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Cattedrali a cielo aperto: Parco Dora a Torino, Lotto Vitali (Italia), memoria presente di un passat


Ho vissuto ben 11 anni a Torino, sarò passata non so quante volte da questo luogo e mai ho avuto l'occasione di fermarmi: maledetta auto! (ogni scusa è buona, chiaramente). Sempre in coda, sempre di corsa, sempre in un momento poco opportuno .. sempre, tuttavia, tanta curiosità non soddisfatta, fino al giorno (perché arriva sempre un giorno in cui fai i conti con qualcosa nella vita) in cui, obbligata dall'essere a piedi e di passaggio (per sbaglio! .. ma niente accade per caso..), mi dico: "Gabry, non puoi non andare a curiosare". E così divento turista green a Torino.. e penso, con un po' di anticipata malinconia: "chissà quando mi capiterà di nuovo di mettere il naso qui ..".

E così fu (l'utilizzo del passato remoto piace tanto a noi siciliani).

Mi avvicino con aria un po' diffidente (arte ben appresa in questi lunghi ultimi anni) a queste grandi torri rossastre di acciaio e comincio a indagare. Come si chiama questo parco? Cosa c'era prima? - In fondo, 'mica' sono obbligata a sapere tutto di Torino!

(In realtà avevo dimenticato di aver già visitato, in parte, il Parco Dora nel 2004-05, durante uno degli outdoor sul campo organizzati dai docenti del Master in Progettazione del Paesaggio e delle Aree Verdi al quale mi ero iscritta: il gruppo di studio del quale facevo parte, fu guidato dal Dott. Agronomo Paolo Miglietta del Comune di Torino alla scoperta di questo luogo, all'epoca ancora in fase di progettazione).


Et voilà, eccomi qui. A distanza di tutto questo tempo, ripercorro tappe quasi dimenticate.

Siamo nell'area Vitali, la zona centrale e più ampia del Parco Dora - Spina 3 a Torino. Un complesso intervento di riqualificazione urbana che ha visto impegnato il Comune di Torino fin dalla redazione, nel 1995, del PRG (Piano Regolatore Comunale): quattro grandi bacini industriali, sono stati oggetto in parte di bonifica e di riconversione in parco urbano.

Anni di progettazione: 2004-2008 Anni di realizzazione: 2010-2012


Notevoli i temi perseguiti dal progetto redatto da gruppo di lavoro multidisciplinare :

- il fiume Dora diventa occasione visiva e tattile di ri-connessione e integrazione territoriale;

- conservare la memoria di un passato industriale che ha segnato profondamente l'aspetto estetico, morfologico e paesaggistico di una città (Torino) e del territorio circostante;

- la connessione urbana attraverso la realizzazione d'importanti infrastrutture stradali.

Emblematica, in tal senso, la passerella sopraelevata di 700 m che offre al visitatore la possibilità di attraversare il parco, scoprendone l'impianto e, al tempo stesso di godere dei punti di vista paesaggistici notevoli e contrapposti: Le Alpi da una parte e la Collina di Superga dall'altra.

Magnificenza e vetustà.. ecco le prime sensazioni. Nell'aria si respira 'storia'.

Trattasi, senza alcun dubbio, di archeologia industriale.

Il Lotto Vitali consiste in ben 89.000 mq di terreno. Qui sorgeva agli inizi del XX secolo, lo stabilimento delle Ferriere FIAT, dove venivano prodotti i lingotti per i semilavorati destinati alla produzione di lamiere, tubi, e molle in acciaio. L'Acciaieria Vitali, in origine, era strutturata in due capannoni affiancati e connessi tra loro, predisposti per lo svolgimento delle differenti fasi di lavorazione. La parte più ampia dell'acciaieria, in cui si trovavano i settori dei servizi, dei forni e della colata, corrisponde, oggi, a quella che mi piace definire una Cattedrale a Cielo Aperto: alti pilastri in acciaio color arancione (gli alberi della giugla futuristica di Peter Latz) ai quali si avvinghiano, a seconda dell'esposizione, Wisteria sinensis, Parthenocissuss pp., Hedera elix; linee geometriche semplici ed essenziali; qualche gioco d'acqua (ahimè non in funzione). Il capannone di strippaggio, ovvero l'estrazione dei lingotti d'acciaio dallo stampo in cui venivano prodotti, invece, è stato trasformato in una grande piazza coperta dedicata alle attività sportive. Purtroppo le aiuole previste dallo Studio Latz con erbacee perenni e arbustive, sono state sostituite da rosai tappezzanti.

La firma dell'architetto paesaggista Peter Latz è più che riconoscibile nell'impianto geometrico e lineare del Parco, così' come in alcune delle scelte agronomiche che esaltano le svettanti forme verticali dei pilastri di color arancione e i percorsi 'futuristici' della passerella aerea nonchè delle rampe che permettono il passaggio da una quota all'altra.


L'intervento, in generale, è notevole. Sia dal punto di vista architettonico sia paesaggistico. Forse la manutenzione del parco un po' meno; così come scoprire, in fase di documentazione, la questione dell'inquinamento da cromo esavalente e da altri inquinanti, che ignoravo, non mi ha fatto piacere.

In ogni caso, ritengo che la trasformazione urbana di questa porzione di città attraverso la creazione di un parco e la conservazione della memoria storica di un passato che ha lasciato indelebilmente il segno, sia di grande valore e impegno sociale.

Prima di completare il tour del Parco, mi sono soffermata ad osservare questo grande murales dedicato all'attivista irlandese Bobby Sands. Fu realizzato in occasione del 25º anniversario della sua morte. Quattro torri (in origine erano le torri di raffreddamento), quattro simboli: un boccale di birra con tanto di arpa e croce celtica, tre cappelli a cilindro dei colori irlandesi (verde, bianco, arancione) il primo dei quali è decorato con trifogli, usati da San Patrizio per spiegare la Trinità agli irlandesi; il secondo mostra l' Easter lily, il fiore che gli irlandesi portano a Pasqua in ricordo delle vittime repubblicane della rivolta di Pasqua 1916, data che diede il via all'indipendenza dell'Irlanda (1922); il terzo è caratterizzato da un'allodola, simbolo della libertà che non si piega davanti alla prigionia. Un nastro con i colori dell'arcobaleno, simbolo di pace unisce i quattro elementi.

Alcuni spazi della struttura sono liberamente accessibili ai giovani writers, veri artisti nell'uso della vernice spray e nella comunicazione sociale attraverso i graffiti e non solo.


Vi segnalo, infine, i link agli articoli che più di tutti ho ritenuto essere validi (anche se sicuramente molti mi saranno sfuggiti) per meglio comprendere la storia architettonica-paesaggistica-urbana di questo parco e dell'intervento che lo ha interessato:

http://www.ilverdeeditoriale.com/public/verde/6_2012_p_doraspina3_1.pdf

http://www.latzundpartner.de/fr/projekte/postindustrielle-landschaften/parco-dora-turin-it/

http://www.comune.torino.it/comitatoparcodora/parco/vitali/

http://www.museotorino.it/view/s/79ae56c1713b4bae8f5513b1d4c5bf61

http://www.lastampa.it/2012/08/11/cronaca/dove-c-erano-le-fabbriche-il-parco-piu-grande-di-torino-E8uHWOZoYiSIe0RphUOAIM/pagina.html

http://www.riqualificazioneurbana.com/torino-parco-dora/

https://comitatoparcodora.wordpress.com/


Per dovizia e senso di responsabilità civica, mi sento inoltre in dovere di segnalare anche questi ulteriori link dove potrete trovare alcune info sulla questione della bonifica del Parco Dora e sull' inquinamento da cromo esavalente e di altri inquinanti nella falda acquifera sotto Spina 3:

http://www.comitatodoraspina3.it/bonifiche

http://www.diarioditorino.it/torino/articolo/?nid=20151105_362834


Gabriella

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